Un fab lab (dall’inglese fabrication laboratory) è una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale.
La parola fabbricazione digitale (o Digital Fabrication, o fabbing) fa riferimento al processo attraverso cui è possibile creare oggetti solidi e tridimensionali partendo da disegni digitali. Questo processo, utilizzato ampiamente in manifattura per la creazione rapida di modelli e prototipi, può sfruttare diverse tecniche di fabbricazione sia additive (come la stampa 3D), sia sottrattive come il taglio laser e la fresatura.
Un fab lab è, quindi, dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un’ampia gamma di oggetti.
Mentre non possono competere con la produzione di massa, e le relative economie di scala, nella produzione di beni di consumo. I FabLab hanno dimostrato grandi potenzialità nel fornire ai loro utenti gli strumenti per realizzare in proprio dispositivi tecnologici. Tali dispositivi possono infatti essere adattati alle esigenze locali o personali in modi tuttora non accessibili alle produzioni su larga scala.
A livello tecnologico, in un FabLab si trovano sufficienti strumentazioni – quasi tutte digitali – da permettere la realizzazione di un ampissima gamma di invenzioni.
Il primo FabLab viene fondato nel 2003 negli Stati Uniti, grazie a dei fondi provenienti da un dipartimento di ricerca sulla fabbricazione digitale del MIT di Boston, il Center for Bits and Atoms.
La rete dei FabLab condivide progetti, tipologia di macchinari e una filosofia di base che potremmo sintetizzare in questi tre punti:
Il FabLab è in auge per molte ragioni. Da un lato risponde a una crescente necessità di espressione della società che sempre più si riconosce in ciò che costruisce e crea, al di là di ciò che consuma. O meglio, il consumo di massa si sta spostando sempre di più verso prodotti e servizi per la creazione. Infatti, dall’altro lato, il FabLab risponde al bisogno crescente di prototipazione che si manifesta nella società, a vari livelli. Dallo studente, all’ingegnere professionista, dal designer autoproduttore all’artista, all’hobbista.
La fabbricazione digitale è diventata un vero e proprio nuovo settore di consumo di massa. Basti pensare al boom della robotica tra gli adolescenti, le stampanti 3D nelle case dei comuni privati, l’elettronica come intrattenimento generalizzato familiare.
Al di là dell’accesso al puro mezzo tecnologico, il FabLab concettualmente diverge da un laboratorio di prototipazione, che di per sé non sarebbe nulla di nuovo: da molti anni ne sono piene le università, i centri ricerche, le imprese.
Il modello FabLab si basa sulla consapevolezza che capitale tecnologico e capitale creativo diventano valori aggiunti a livello territoriale unicamente quando raggiungono una forma socialmente diffusa e riconosciuta.
Una società coesa e resiliente, è una società dove gli individui hanno competenze al passo con i tempi e tramite la collaborazione condividono la conoscenza applicandola praticamente.
Il FabLab è proprio questo: in base alla grande ondata tecnologica, il fablab sfrutta e costituisce dei sistemi di collaborazione e di trasferimento di competenze.
Un importante ruolo dei FabLab è quindi quello di essere teatro di molte modalità di formazione. Seguendo un modello in cui un singolo che partecipa a un gruppo di lavoro su un progetto, impara nuove competenze e le “tramanda” attraverso svariati formati didattici ad altri gruppi.
Nel FabLab “Impara ad insegnare e insegna per imparare”, è la chiave di volta che esprime brillantemente il processo di consolidamento di nuovi saperi locali attraverso le comunità di individui.
La domanda costante e crescente di innovazione pervade tutte le organizzazioni contemporanee grazie alle spinte di mercato e alla ricerca scientifica in rapidissima evoluzione.
Per le organizzazioni strutturate, questa domanda è molto difficile da gestire in maniera internalizzata, perché richiede costi troppo alti e tempi organizzativi e procedurali troppo lunghi.
Come dimostra il fenomeno delle startup tecnologiche, sono i contesti meno gerarchizzati e più agili quelli in grado di generare innovazione e invenzione.
Andando dentro al concetto stesso di innovazione, ci rendiamo conto quanto questo sia sempre più fortemente legato o sinonimo di multidisciplinarietà.
Gli ambiti disciplinari non esistono più individualmente, ma si propongono come sistemi di relazioni tra design, scienza, ingegneria informatica, sostenibilità, società.
Basando la propria forza di attrazione sul “non c’è reale limite alla creatività nel momento in cui c’è collaborazione”. Il FabLab risponde quindi a due grandi esigenze dei nostri sistemi produttivi, organizzativi e di ricerca: